Veneto strade. Province fuori dalla società, incerta la sorte del Bellunese
Pubblicato on 7/Ago/2017 in NewsDal Corriere delle Alpi del 6 agosto 2017
Veneto strade. Province fuori dalla società, incerta la sorte del Bellunese
BELLUNO. «Mai come ora stanno arrivando risorse e opportunità per il Bellunese e dobbiamo coglierli», ha detto il sindaco di Longarone nonché vice presidente della Provincia, Roberto Padrin. «Abbiamo i fondi ex Odi, quelli per Cortina 2021 e ora quello per il treno delle Dolomiti. Siamo chiamati ad esprimere delle scelte mantenendo il senso di unità. Le scelte sono difficili ma vanno fatte.Se l’optimum non si può ottenere, almeno cerchiamo il massimo tenendo la coesione tra noi».
Padrin ha ricordato la necessità di fare la battaglia per l’elettrificazione per evitare l’isolamento. «Inseriamo nel piano anche la bretella da Soccal a Ponte nelle Alpi che permette di recuperare 10.15 minuti. Non si può pensare al treno delle Dolomiti senza pensare a migliorare la tratta attuale. Approfittiamo dell’attenzione per il nostro territorio e insieme lavoriamo per avere dei risultati».
BELLUNO La Regione chiede alle Province di uscire da Veneto Strade per costituire una società che abbia al suo interno due soci soltanto: la Regione stessa e Anas.Lo ha ribadito ieri, a margine dell’incontro per la presentazione dei progetti per il treno delle Dolomiti, l’assessore ai trasporti Elisa De Berti la quale ha anche sottolineato come «le Province con la loro ottusità rischiano di mettere in difficoltà la Regione stessa che non può così portare a termine il piano che mira a tenere in casa la gestione delle strade.
Infatti ci siamo opposti al progetto del ministero dei Trasporti di restituire le vie di comunicazione ad Anas. Noi vogliamo gestircele da soli. Le scelte devono rimanere a livello veneto, poi chi ci mette i soldi non è importante». Ma resta il problema di Belluno che ancora è dentro Veneto strade la cui convenzione scade fra diversi anni. «Il problema di Belluno è noto anche perché sono molti i chilometri di strade provinciali da gestire. Con gli uffici cerchiamo di capire se si può mantenere in piedi la convenzione». Ma De Berti ribadisce un altro aspetto: «Palazzo Piloni non può rimanere con un piede in due staffe: i soldi per le strade quest’anno in qualche modo sono stati trovati, ma il prossimo?».
Ma pone anche un’altra questione legata al referendum autonomista della Provincia. «Se il Veneto diventa autonomo non mi spavento per i costi di gestione dei vari progetti che abbiamo in essere, visto che i veneti versano ogni anno allo Stato 20 miliardi di euro e noi chiederemo la restituzione dei 9/10, ma la Provincia di Belluno se diventa autonoma potrà con i soldi dei suoi contribuenti gestire tutto? Bisogna capire che tipo di autonomia volete». (p.d.a.)