Venezia-Monaco, altre due bocciature
Pubblicato on 18/Ott/2016 in NewsDal Corriere delle Alpi del 18 ottobre 2016
Per Zullo e Aiuto (M5S all’Europarlamento) «è un progetto pazzo». Insorge anche “Peraltrestrade”
di Francesco Dal Mas CENTRO CADORE
La Venezia Monaco? Un “progetto pazzo” come lo è il ponte sullo stretto di Messina. Parola del M5S. Che preannuncia il no al Parlamento europeo, la prossima settimana, quando se ne discuterà in aula a Bruxelles. Gli europarlamentari Efdd-M5S Marco Zullo e Daniela Aiuto ricordano che a lanciare la proposta e farne il proprio cavallo di battaglia è stato il parlamentare europeo Remo Sernagiotto (ex PPE, Forza Italia e ora confluito nell’ECR assieme a Raffaele Fitto) «che in questi giorni sta “propagandando” il prolungamento dell’autostrada veneta A27». Aldilà di tre suoi emendamenti approvati in commissione trasporti su un report di iniziativa (ma smentiti in commissione sviluppo regionale dove si sancisce lo stop a qualsiasi tipo di grande opera), non c’è null’altro, secondo gli eurogrillini. «Da ricordare inoltre che l’opera inutile è osteggiata dall’Alto Adige e dall’Austria e che transiterebbe attraverso le Dolomiti, da qualche anno vincolate come patrimonio dell’Unesco. La verità, pure e semplice», aggiungono i rappresentanti dell’europarlamento, «è che questo prolungamento è tenuto in vita a livello mediatico da almeno vent’anni per scopi poco chiari. Evidentemente si cerca di condurre una finta battaglia in nome di una possibile “torta” da spartire tra presunti imprenditori». A scendere in campo è anche il movimento “Peraltrestrade”, che critica la posizione favorevole di “Vivaio Dolomiti”. «Ci chiediamo con quale delega e con quali competenze questo stesso comitato stia portando avanti una crociata a favore del prolungamento dell’A27, facendosi passare per portavoce dell’intero territorio bellunese, quando il suo radicamento – nella parte alta della provincia – è pari a zero». Gli ambientalisti ricordano al portavoce Pastella che Cadore e Comelico stanno combattendo da decenni contro l’avanzamento dell’impattante infrastruttura, e che non sarà certo la prospettiva di una mirabolante “autostostrada tecnologica” che potrà convincerli a sacrificare territorio e futuro per fare il gioco di interessi molto distanti da quelli della montagna. «Questa», secondo “Peraltrestrede!, «non è che una delle numerose contraddizioni di Vivaio Dolomiti, che da una parte bolla il progetto Terna e quello delle centraline sul Piave tra Ponte e Limana come “un ennesimo esempio di sfregio del territorio bellunese” e dall’altra mostra di voler ignorare del tutto l’impatto infinitamente maggiore e il terribile consumo di suolo che avrebbe un’autostradale sulla parte alta della provincia».