Viabilità: 225 milioni per le strade del Bellunese

Dal Corriere delle Alpi del 10-03-2017

Il deputato PD De Menech replica a Mainardi su sistemazione dell’Alemagna e questione Coltrondo
«Ragioniamo su idee e soldi veri: quando mai nel Bellunese si sono visti 225 milioni per le strade?»
Viabilità, «per la prima volta c’è una visione unica a monte»

ALTOBELLUNESE «Probabilmente siamo abituati male, a grandi opere calate dall’alto e avulse dal territorio». Roger De Menech, deputato del Partito Democratico, replica alle dichiarazioni di Bortolo Mainardi, commissario Via al ministero dell’Ambiente, sugli interventi Anas previsti sull’Alemagna in vista di Cortina 2021. Mainardi, che si concentrava sui problema della galleria del Comelico, aveva rilevato come le variante ipotizzate sulla SS51 siano difficilmente realizzabili entro la data dei Mondiali. De Menech, che per conto del governo si sta occupando del piano Cortina 2021, contesta questa visione negativa e spiega perché: «Oggi le cose vanno diversamente. Il progetto Anas ha come obiettivo quello di rimettere in sesto sul piano della sicurezza e dell’efficienza la strada di Alemagna fino a Cortina, ma anche fino al Comelico. Non stiamo parlando di ipotesi», prosegue il deputato, «ma di una legge dello Stato che ha stanziato 100 milioni più altri 70 che sono già nel piano Anas, ai quali si aggiungono altri 55 milioni in delibera Ciper per Coltrondo. L’intero pacchetto è stato stimolato dai Mondiali».

Per quanto riguarda Coltrondo, l’Anas è in fase di affidamento della progettazione, con lo studio di fattibilità socio economica. «Per quanto riguarda Cortina», precisa De Menech, «i 170 milioni andranno a finanziare 41 interventi, che vanno dai 400 mila euro della rotatoria di Fortogna fino alla manutenzione di tutta la parte idraulica nella zona di Cimabanche. Cioè, tutta la Statale verrà presa per mano, sistemata e resa più scorrevole e sicura. Sicuramente chi sperava nel prolungamento dell’autostrada o nella Macchietto – Venas», è la frecciata di De Menech a Mainardi, «non può che restare deluso».

Per il deputato, la futura Alemagna sarà efficiente, efficace e sicura, ma anche una strada turistica: «Molto prospicente ai centri abitati». Alcune delle opere comportano spese rilevanti, come le varianti di Tai, Castellavazzo, Valle, San Vito e Zuel, tutte da circa 30 milioni ciascuna. «Si è fatta una scelta che stravolge il passato, con una visione politica a monte: quella di trasformare l’Alemagna in una vera strada turistica veloce. Il piano è già stato approvato dal cda di Anas e il presidente Armani lo ha preso come esempio di come è possibile trasformare la rete viaria esistente, senza opere faraoniche e con costi insostenibili. Avere a disposizione 170 milioni più altri 55 non è frequente per la provincia di Belluno e mi auguro che succeda ancora in tutte le future legislature», precisa con una punta d’orgoglio De Menech.

Il piano Anas, tuttavia, non ha ancora ottenuto il via libera definitivo e per questo motivo ci sono dubbi sul fatto che potrà essere pronto entro il 2021: «Sto lavorando per mettere in atto una serie di procedure semplificate. La proposta era già stata fatta dal governo, ma bocciata dal Parlamento. Ci auguriamo di trovare la sensibilità dei colleghi e a questo stiamo lavorando insieme al ministro. Va tuttavia riconosciuto che in questo piano siamo di fronte a un modello nuovo di pensare le opere pubbliche. Un esempio può essere lo svincolo di Cibiana, una prova che il lavoro sarà capillare, con un’attenzione puntuale e non solo nelle località più note. Non saranno interventi spot, ma una vera riqualificazione dell’Alemagna.

Gli ostacoli della burocrazia italiana sono indubbi, ma lavoriamo per ridurre al massimo i tempi». Per quando riguarda lo sblocco delle somme e le eventuali procedure semplificate, la prova del nove si avrà nel decreto enti locali, che sarà accompagnato da un decreto infrastrutture: «L’articolato è già pronto, è lo stesso dell’ottobre scorso per la legge di bilancio», conclude De Menech, «ci auguriamo che la politica si dimostri sensibile e approvi quanto il governo aveva già inserito. Noi non molliamo e non ci faremo sfuggire l’occasione che passa anche attraverso un esemplare processo di partecipazione, come quello visto a San Vito».

Irene Aliprandi