Adesioni di CAI, P.Cognetti, E.Camanni, F.Michieli, Gruppo Scrittori di Montagna
Pubblicato on 23/Ott/2021 in Eventi, NewsMarcia per denunciare l’assalto alla montagna NON IN MIO NOME, Cortina 24 ottobre 2021
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Tra le tante lettere di adesione ne riportiamo alcune particolarmente significative, provenienti dal CAI e dal mondo degli scrittori di montagna: (agg.to 23-10)
“Il Comitato Direttivo Regionale del CAI Veneto nella riunione dell’8 ottobre c.a. ha deliberato di aderire alla manifestazione “Non nel mio nome”, ritendo che tale iniziativa sia volta a dare la maggior rilevanza possibile su quanto sta avvenendo nelle montagne del Nord/Est, e più volte denunciato anche dal CAI Veneto.
Renato Frigo, Presidente Regionale
“… anche in provincia di Bolzano stiamo combattendo progetti analoghi:
– Costruzione funivia Tires Malga Frommer con conseguente taglio di 8000 mq di alberi per un impianto inutile
– Progetto di abbattimento rif. Coronelle con successiva costruzione di hotel/ torre di vetro con contributi provinciali su terreno problematico
– Abbattimento e ricostruzione moltiplicando di 9 volte la cubatura del rif. Passo Santner, di proprietà privata e sito in zona Parco e tutela Unesco e probabilmente con finanziamento pubblico
– Costruzione strada per Malga Antersasc in zona parco e tutela Unesco
– Progetto mega Albergo in val Senales
Carlo Alberto Zanella, Presidente Regionale
“Il G.I.S.M., Gruppo Italiano Scrittori di Montagna, dichiara di condividere gli obiettivi delle Associazioni promotrici dell’iniziativa “Non nel mio nome” in coerenza e applicazione dell’art. 2 dello Statuto G.I.S.M. che tra i fini del Gruppo cita esplicitamente “di promuovere ogni iniziativa atta a favorire la conoscenza e la salvaguardia della montagna nel rispetto dei valori naturali dell’ambiente e delle genti montane”.
Tale impegno gli è stato riconosciuto al G.I.S.M. dalla Associazione Premio Letterario Giuseppe Mazzotti che in occasione del Convegno “Mai più l’ambiente preso in giro” (Asiago, settembre 2019) gli ha conferito il Premio Mazzotti Contemporaneo “Lampadiere dell’ambiente 2019”.
Il G.I.S.M. invita pertanto ad affrontare i problemi posti dal Giochi Olimpici 2016 con una visione d’insieme aperta alla natura e al mondo, in una sintesi frutto di una passione condivisa su cui primeggiano qualità e sensibilità congiunte ad atti e scelte di oggettiva complessità e di coraggiosa promozione a tutela del patrimonio naturale.”
Dante Colli, Presidente
“E’ assurdo e triste che ancora oggi, in Italia nel 2021, chi ci governa e amministra pensi che il consumo del suolo di montagna possa rappresentare uno sviluppo per le comunità che ci vivono. Parliamo ogni giorno di crisi climatica e distruggiamo il paesaggio naturale per fare piste da sci, che sono luoghi di divertimento umano dal destino molto incerto… Chi lo pensa non può che essere in malafede, e preferire i pochi, maledetti e subito a una visione del futuro. Il futuro delle nostre montagne, anche o soprattutto economico, passa per la loro conservazione, perché un paesaggio integro sarà negli anni una risorsa sempre più preziosa, sia per i suoi abitanti che per i suoi fruitori. Dobbiamo ripeterlo in ogni modo. Lasciamo ai nostri figli i boschi e i torrenti e le rocce che c’erano prima di noi, non i ruderi del nostro passaggio, delle mode, degli interessi, di visioni di così breve durata che saranno presto dimenticate.”
Paolo Cognetti, giornalista e scrittore
“Frequento le Dolomiti, le amo tanto, le osservo cambiare da cinquant’anni. Sono più fragili di tutte le altre montagne che conosco perché sembrano un plastico naturale progettato per i giochi dei turisti, troppo facili da raggiungere e soprattutto da attraversare. La tentazione del luna park è fortissima, dunque ciò che non è ancora stato offeso andrebbe difeso con i denti, come l’ultima faccia luminosa di un cristallo opaco, usato e abusato. I Monti Pallidi non possono sopportare ulteriori speculazioni semplicemente perché il limite è già stato superato da tempo.”
Enrico Camanni, giornalista e scrittore
“Vivo e lavoro nelle Alpi, con e per la montagna. I miei antenati erano delle Dolomiti, e su queste montagne ho soggiornato a periodi fin dal mio primo anno di vita, in un luogo senza auto, elettricità e telefono. Il divenire silenzioso e perenne delle crode, del pascolo e dei boschi è l’imprinting che mi ha formato, che ha guidato per la vita le mie esplorazioni ovunque sulla Terra. Perciò è il dolore l’emozione che continua a colpirmi ogni volta che questo bene immenso viene ridotto a cosa insignificante, oggetto per piccoli e grandi commerci. Il dolore mi ha fatto prendere una decisione definitiva prima dei miei 18 anni: non avrei mai utilizzato impianti di risalita in montagna, in nessuna stagione. Rispetto l’impegno da 43 anni, non come sacrificio, ma perché proprio così dispongo di un tesoro che molti hanno perduto. E per dire durante tutta la mia vita: “non nel mio nome”. Prego chi sente il medesimo dolore di dirlo con lo stesso linguaggio: qui e altrove, io ne farò a meno. Che tutti lo sappiano.”
Franco Michieli, alpinista, giornalista, scrittore